05 dicembre 2014

Incontro tra sindaci contro lo smog: all'analisi dei dati emerge che l'inquinamento maggiore da PM 10 proviene dagli impianti a legna

Continua il confronto iniziato lo scorso mese tra i sindaci dell'area ex- A1 di Cremona per trovare delle azioni comuni nella lotta allo smog. Dopo il primo approfondimento del 12 novembre, i Comuni che avevano sottoscritto il protocollo anti smog - presenti all'incontro, il Comune di Cremona (assessore al Territorio e alla Salute Alessia Manfredini), Bonemerse, Castelvetro Piacentino, Gerre Caprioli, Malagnino, Spinadesco e Persico Dosimo - si sono ritrovati, ieri pomeriggio, con il direttore della Arpa di Cremona Fiorenzo Songini e Paola Carli di Arpa Lombardia per approfondire i dati e la situazione delle sorgenti inquinanti nella nostra provincia.

L'analisi dei dati ha consentito di individuare con maggior puntualità gli ambiti su cui intervenire, in considerazione delle diverse concentrazioni di emissioni rilevate per i vari macrosettori. Le misurazioni effettuate da Arpa hanno rilevato che una parte consistente delle concentrazioni di PM 10 è da attribuire alla combustione non industriale ed in particolare alla combustione della legna, seguono il contributo delle emissioni derivanti dal traffico veicolare e dall'agricoltura.

Occhi puntanti quindi sulla legna, ed in particolare sulla diversa tipologia di impianti in uso (camino aperto tradizionale, stufa tradizionale a legna, camino chiuso, stufa o caldaia innovativa, stufa automatica a pellets o cippato) che immettono nell'aria quantità di PM 10 variabili da 3679 t/anno per gli impianti più obsoleti a 103 t/anno, nel caso di impianti più moderni ed efficienti.

La combustione della legna nei piccoli apparecchi, in alternativa al metano o al teleriscaldamento, può rappresentare un fattore di criticità emergente. Questo sistema di riscaldamento è ora utilizzato da molti cittadini che lo preferiscono principalmente per un fattore economico. Relativamente ai controlli, i Sindaci hanno sottolineato la necessità di avere una legislazione puntuale sugli impianti a legna e conseguentemente la specifica sulle competenze, in particolare sull’attività di controllo.

Sono stati inoltre affrontati il tema degli impianti di biogas, numerosissimi in provincia di Cremona, la questione dei controlli sulle emissioni e il futuro utilizzo dell'energia per scaldare gli edifici.

Le azioni locali individuate nel passato erano quelle delle domeniche a piedi, che riducono comunque i picchi di inquinamento, ma che non riducono la concentrazione di polveri di fondo, rappresentata dalla consistente concentrazione di Pm10 secondario. Tutti sono stati concordi sulla necessità di azioni strutturali, nella consapevolezza che ognuno deve dare il proprio contributo, soprattutto in vista degli obiettivi ambiziosi previsti dal PRIA della riduzione delle emissioni del 15% al 2020 rispetto al 2010.

I tecnici dell'Arpa hanno restituito i dati dello scorso inverno rilevando che in provincia di Cremona, grazie anche alle condizioni meteorologiche più favorevoli, i dati sono in linea con quelli a livello regionale. Le temperatura alte hanno determinato un minore utilizzo degli impianti di riscaldamento e la pioggia ha contribuito alla dispersione degli inquinanti.

A Cremona, dall'inizio dell'anno, si sono registrati 63 sforamenti alla capannina di via Fatebenefratelli, 47 a Cadorna, 62 a Spinadesco e 26 a Gerre Borghi. La media delle centraline è di 52 superamenti. Arpa si è detta disponibile ad utilizzare un mezzo mobile per poter approfondire i dati nei singoli comuni.
Il prossimo appuntamento è previsto per il mese di gennaio.

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