11 ottobre 2014

Rilancio del bacino del Po: una sfida per il Paese e per l'Europa


Un momento di riflessione, di confronto e di formazione. Con queste parole l'assessore all'Area vasta del Comune di Cremona, Andrea Virgilio, nella veste di moderatore, ha introdotto i lavori del convegno Quando il fiume è condiviso. Informare e formare sul Contratto di fiume, tenutosi questa mattina nella Sala Puerari del Museo Civico alla presenza dei consiglieri regionali Agostino Alloni e Carlo Malvezzi, di amministratori locali, rappresentanti di ordini professionali, associazioni, istituzioni pubbliche e private.
Per l'assessore Virgilio, in questo frangente, che vede la modifica degli assetti organizzativi delle province, destinate a diventare area vasta, è fondamentale che un tema come quello del rilancio del bacino dl fiume Po venga affrontato attraverso una condivisione di tutti i territori interessati, ma anche prendendo spunto dalle buone pratiche che in altri contesti hanno portato a dare vita ad un contratto di fiume, che si configura come strumento di programmazione negoziata strettamente connesso a processi di pianificazione strategica per la riqualificazione dei bacini fluviali. L'importanza dell'incontro è stata sottolineata dalla presenza dei sindaci di Cremona, Piacenza e Casalmaggiore che, da tempo, hanno iniziato una collaborazione su diversi temi tra i quali anche il Po, il grande fiume visto come una risorsa da valorizzare per lo sviluppo dell'intero territorio sotto ogni suo aspetto, economico, culturale, turistico, ambientale, sociale e sportivo.

E proprio il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, nel saluto rivolto al pubblico ed ai relatori, dopo avere sottolineato il legame che sin dal suo insediamento ha instaurato con i due colleghi, ha definito il rilancio del bacino di Po una visione strategica da interpretare come una sorta di svolta che può avere una portata storica, non solo per il nostro territorio, per la Lombardia e l'Emilia Romagna, ma per l'intero Paese ed anche per l'Europa. Su questo tema è infatti necessaria una riflessione molto seria in un'ottica di area vasta che coinvolga, senza alcuna distinzione, la riva destra e quella sinistra del Po, individuando una strategia condivisa da perseguire. La volontà è di costruire un contratto di fiume attraverso la condivisione di un percorso e di una progettualità con gli enti locali della nostra provincia certamente, ma anche si tutte le altre realtà territoriali. Il fiume Po, ha sottolineato il sindaco Galimberti, per tutte le sue valenze storiche, economiche, sociali, culturali, costituisce un elemento di unione tra il nord e il sud della Lombardia: per questo sono stati avviati contatti con i sindaci di Brescia, di Bergamo e di Salò per iniziare a delineare un legame più forte e strutturato di tutta la zona che gravita intorno al grande fiume e che è collegato alla pianura padana. Ma questo riguarda anche le due regioni coinvolte, la Lombardia e l'Emilia Romagna, perché è necessario “spezzare” i confini, superare i particolarismi, stabilendo un'alleanza dei territori che si prepari ad una sfida importante: il rilancio del bacino del Po.


La parola quindi al sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, che, dopo avere ricordato come in passato la sua città ha sempre avuto un legame stretto con il fiume sotto molteplici aspetti, con i cambiamenti radicali sopravvenuti, ha detto che il Po è diventato un elemento quasi estraneo, sentito come qualcosa di lontano. In questo Cremona è riuscita a fare certamente di meglio e di più, anche per la sua diversa posizione e conformazione, ma ora è giunto il momento che il Po, anche per Piacenza, torni ad essere meta di frequentazione quotidiana, di un luogo vissuto, sfruttandone tutte le sue potenzialità. Da qui la perfetta sintonia con Cremona a ragionare in modo condiviso, coinvolgendo tutti i Comuni che sorgono sulla sponda del fiume, senza distinzioni tra territori, perché un obiettivo è vincente se viene perseguito insieme. Dunque massima disponibilità alla collaborazione per restituire al Po la funzionalità perduta.

Infine, il sindaco di Casalmaggiore, Filippo Sangiovanni, ringraziando per il ruolo che Cremona sta svolgendo in questo percorso dal forte valore strategico, ha sottolineato che la sua città vive il fiume da sempre molto da vicino, visto che sorge proprio a ridosso del Po. Bongiovanni ha poi elencato brevemente tutti gli interventi fatti nel corso degli anni nel territorio che circonda Casalmaggiore, come, ad esempio, la realizzazione del Parco della golena del Po, e di tutti le altre opere di natura ambientale, sportivo e turistico. Citando infine la sottoscrizione, nel marzo del 2014, della Carta del Po, grazie all'impegno di Damiano Chiarini, ha detto che Casalmaggiore è pronta a lavorare per costruire un contratto di fiume volto al rilancio di una grande risorsa del nostro patrimonio naturale.

Dopo l'apertura dei lavori da parte dei tre sindaci, Francesco Puma, segretario dell'Autorità di bacino, ha svolto un'introduzione sulla pianificazione strategica del fiume Po. A seguire, vi è stato l'intervento di Massimo Bastiani, coordinatore del Tavolo nazionale Contratti di Fiume, intesi come strumenti di cambiamento. Spazio poi alla descrizione delle esperienze in corso con Viviane Iacone, dirigente di Regione Lombardia, Struttura Pianificazione, Tutela e Riqualificazione delle risorse idriche; di Rosanna Bissoli, responsabile del Servizio di tutela e risanamento risorsa acqua della Regione Emilia Romagna; di Laura Mosca, coordinatore tecnico-scientifico del Contratto di Foce Delta del Po, e di Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po.

Come hanno sottolineato gli amministratori al termine dei lavori, oggi è iniziato un percorso che vede esigenze condivise e trasversali sulle quali l'impegno dovrà essere massimo.

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