07 marzo 2014

Foody, mascotte di Expo 2015, un'occasione per rilanciare il patrimonio della Pinacoteca del Museo Civico "Ala Ponzone"



Nelle scorse settimane, non appena è stata diffusa da Disney la notizia che il volto della mascotte di Expo 2015 era ispirato allo stile del pittore cinquecentesco Giuseppe Arcimboldi, notizia corredata in particolare dall’immagine del dipinto Scherzo con ortaggi (l’Ortolano), esempio significativo dell’opera di Arcimboldo, conservato nella nostra Pinacoteca, ci siamo subito attivati per cogliere questa occasione e cercare di sfruttarla al meglio quale promozione del patrimonio storico artistico del Museo Civico Ala Ponzone, con un significativo ritorno di immagine per la città e del turismo culturale che si svilupperà con il grande evento del 2015”. Così dichiara l'assessore alla Cultura e al Turismo Irene Nicoletta De Bona all'indomani dell'annuncio, da parte del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, della scelta del none Foody per la mascotte ufficiale di Expo 2015.


Spiega più nel dettaglio l'assessore De Bona: “Abbiamo infatti contattato Maddalena Bianchi, dell'Ufficio Legale di Disney (sede di Milano), quindi Attilia Pavarini, della Direzione della Comunicazione di Expo 2015, proponendo di valutare collaborazioni. Questi contatti, di carattere operativo, sono stati preceduti da altri, di natura istituzionale, con il Presidente della Regione, Roberto Maroni, con il Vice Presidente, Mario Mantovani, e Cristina Cappelli, Assessore alle Culture, Identità e Autonomie ai quali abbiamo chiesto ed offerto collaborazione. Poiché il tema di Expo Nutrire il pianeta, energia per la vita è declinato in ogni possibile ambito, compreso quello culturale, è infatti nostra intenzione, per la valorizzazione del dipinto che si trova così vicino a Milano, nel Museo di un territorio la cui cultura alimentare e la cui vocazione a un’agricoltura di qualità hanno una importanza innegabile, dare vita ad una sinergia per collegare la mascotte di Expo 2015 a un’opera d’arte famosa, in modo da arricchire il significato e la forza attrattiva di entrambe”. 

“I contatti sono dunque già stati avviati da tempo – conclude l'assessore De Bona – e ci stiamo adoperando perché si arrivi ad iniziative concrete. Penso, ad esempio, a gadget adeguati, per la promozione della nostra Pinacoteca, ma anche ad altre proposte da condividere con i vertici regionali e di Expo 2015 utili alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico e culturale”.

Foody, la mascotte di Expo 2015, rappresenta la comunità, la diversità e il cibo inteso nella sua accezione più estesa, fonte di vita ed energia. E' sincero, saggio, rispettoso e amante della buona e sana cucina. La scelta del nome nasce da un concorso contest con cui i bambini hanno avuto la possibilità di dare il nome alla Mascotte di Expo Milano 2015 e ai suoi 11 amici, che si è chiuso il 7 gennaio scorso. Il volto "in stile Arcimboldo" è composto da undici personaggi della famiglia di frutta e verdura che Disney Italia ha disegnato per raccontare il tema dell'Esposizione universale, 'Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita'. Lanciato lo scorso 15 dicembre, in occasione della presentazione ufficiale al pubblico al Teatro Franco Parenti, il concorso ha ricevuto una risposta entusiasta soprattutto da parte di bambini e famiglie, cui era principalmente rivolto. Ogni alimento 'animato' darà vita a un aspetto del tema della manifestazione e si farà portavoce di buone e corrette abitudini.


Scherzo con ortaggi o l’Ortolano, conservato nella Pinacoteca del Museo Civico di Cremona, è un quadro dipinto da Giuseppe Arcimboldo nel 1590. Si tratta di un olio su tavola che misura 35,8 x 24,2 cm. Il dipinto fa parte dei quadri reversibili cioè quei dipinti che possono essere girati di 180 gradi e mostrano un’immagine diversa. In questo caso una ciotola contenente ortaggi se viene girata mostra il volto dell’ortolano che prende la forma di una testa con la ciotola che assume l’aspetto di un copricapo La composizione degli ortaggi, sistemati in un determinato modo, riprendono la fisionomia di capelli, naso bocca e zigomi del volto rubicondo dell’ortolano. Questa tecnica sorprendente diede ad Arcimboldo un’ampia notorietà, sia in vita che per alcuni anni successivi. In seguito però questa tecnica fu considerata minore e Arcimboldo venne in parte ridimensionato. Solo nel periodo del Surrealismo la pittura fantastica e grottesca del pittore milanese fu riconsiderata e riportata all’antica fama. Le teste composite sono una caratteristica dell’attività artistica di Arcimboldo, che attraverso l’utilizzo degli oggetti e delle cose che caratterizzano l’attività del soggetto ritratto ne definiscono la fisionomia, in questo caso si tratta di un ortolano e agricoltore. L’invenzione e la tecnica sapiente e dettagliata che il pittore utilizza lascia una sensazione di piacevole gioco visivo ma anche di inquietudine, mentre l’occhio dà vita agli oggetti nella composizione di un volto.


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Giuseppe Arcimboldo (in molti documenti di archivio viene indicato come Giuseppe Arcimboldi) nasce nel 1526 a Milano, figlio del pittore Biagio, impegnato presso la Veneranda Fabbrica del Duomo ed erede di una famiglia aristocratica meneghina. Giuseppe inizia, intorno al 1549, la propria attività artistica nella bottega del padre, disegnando cartoni che verranno poi impiegati per la realizzazione di vetrate del Duomo. Si specializza in questa attività anche negli anni successivi, contribuendo a creare i cartoni preparatori delle vicende di Santa Caterina di Alessandria. Intorno ai trent'anni, si dedica alla rappresentazione, insieme con Giuseppe Meda, dell'"Albero di Jesse", un monumentale affresco situato nel transetto settentrionale del Duomo di Monza, e alla creazione di un cartone per il Duomo di Como. Sono, questi, anni di attività intensa, sia nel campo della pittura che negli altri ambiti artistici: tuttavia, sono poche le informazioni ufficiali relative a questi anni.

L’episodio destinato a cambiare la vita di Giuseppe avviene nel 1562, quando parte per Vienna su invito di Massimiliano II d'Asburgo, principe e futuro imperatore. Nella capitale austriaca Arcimboldo raggiunge subito una fama importante, accompagnata da riconoscimenti economici notevoli: il catalogo delle opere di cui disponiamo oggi, insomma, rappresenta solo una piccola parte della sua attività dell'epoca, di cui dunque abbiamo scarse notizie. L'apice della sua espressione artistica viene raggiunto con le "Teste Composte", celebri fisionomie grottesche realizzate mediante la combinazione di cose o forme viventi.

Basti pensare alle otto tavole che ritraggono i quattro elementi della cosmologia di Aristotele (vale a dire Acqua, Terra, Fuoco e Aria) e le quattro stagioni: otto allegorie pensate per le pareti della residenza dell'imperatore, in cui si può apprezzare una varietà di colori eccezionale, che riflettono corrispondenze tra macrocosmo e microcosmo. Particolarmente ammirate sono le "Quattro Stagioni": loro varianti e copie vengono realizzate e donate a regnanti europei e famiglie nobili in segno di diplomazia da parte di Massimiliano II.

Giuseppe, in ogni caso, non si esercita unicamente solo come pittore di corte: l'imperatore, infatti, si affida a lui anche per cortei, giochi e mascherate che rallegrano la vita di corte. Un esempio in questo senso è rappresentato dalle nozze tra Maria Anna di Wittelsbach e l'arciduca Carlo II d'Austria, in cui la creatività dell'artista milanese si esplicita nell'organizzazione dei fasti nuziali. Il suo impegno come coreografo degli avvenimenti più importanti della corte di Vienna è testimoniato da 148 disegni che fanno parte del "Carnet di Rodolfo II", attualmente collocato agli Uffizi fiorentini nel Gabinetto Disegni e Stampe. Si tratta di opere che rappresentano, tra l'altro, sfilate, costumi, cavalieri, dame, cortei eccetera.

Arcimboldi rimane artista di corte anche alla morte di Massimiliano, quando il comando dell'impero viene assunto da Rodolfo II: anche il nuovo imperatore ne apprezza le virtù, complice il suo interesse per l'esoterismo e gli studi alchemici. Così, quando la capitale dell'Impero viene spostata da Vienna a Praga, Giuseppe si sposta al seguito della corte, diventando consigliere sempre più fidato: viene, infatti, nominato Conte Palatino, per il contributo offerto alla crescita del benessere economico del posto. Nel 1587, Arcimboldi torna a Milano, dove realizza i dipinti "Rodolfo II in veste di Vertunno" e "Ninfa Flora", prima di morire il giorno 11 luglio 1593.


La fama di Giuseppe Arcimboldi si perde pochi decenni dopo la sua morte, e tornerà prepotentemente in ambito artistico solo nel Novecento, grazie all'affermarsi della pittura surrealista. In questo periodo si torna quindi ad apprezzare anche le "Teste Composte", realizzate in una sorte di Trompe-l'oeil combinando elementi dello stesso ambito (per esempio libri, o ortaggi, o pesci) metaforicamente collegati al soggetto che viene rappresentato. Il debito dell'artista milanese nei confronti delle deformazioni fisionomiche leonardesche è evidente, così come verso le elucubrazioni alchemiche del tempo, cui non è estranea la cultura cabalistica e magica del Cinquecento.

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